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Disfagia
Disfonia

Per disfagia s'intende la difficoltà o impossibilità a gestire correttamente il cibo nelle sue diverse consistenze (liquido, solido, semisolido); 

certi pazienti avvertono solo leggero disagio, alcuni riportano che  il cibo va spesso di traverso, mentre altri diventano totalmente incapaci di deglutire. Il problema può avere origine a diversi livelli e coinvolgere fasi e strutture deglutitorie diverse (movimenti linguali, masticazione, corretta propulsione linguale, peristalsi faringea, funzionalità dello sfintere esofageo superiore e peristalsi esofagea). Nei bambini la disfagia è generalmente dovuta a problemi nello sviluppo (parto prematuro, basso peso alla nascita..), disturbi del sistema nervoso (meningite, paralisi cerebrale..) o a palatoschisi/labiopalatoschisi. Nell'adulto, invece, la disfagia è un sintomo associato a numerose patologie come esiti di ictus, post-radioterapia, Malattia di Parkinson,  Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA), Sclerosi Multipla (SM), tumori cerebrali o del distretto testa-collo e malattie degenerative del sistema nervoso centrale (es. Morbo di Alzheimer..) 

Questo fastidio, difficoltà o impossibilità a deglutire limita o compromette la capacità di alimentarsi, mettendo il paziente a rischio di malnutrizione, disidratazione e, nel peggiore dei casi, di polmonite ab ingestis. Per questo motivo, è fondamentale affidarsi ad un logopedista esperto: sarà in grado di valutare l'entità della disfagia e ipotizzare delle modificazioni di consistenza dei pasti, addestrare il paziente a manovre o posture di compenso e accompagnare la persona nel difficile percorso di ripresa di un alimentazione quantitativamente e qualitativamente adeguata.

La disfonia consiste in un' alterazione nella qualità, altezza e intensità della voce. Tale condizione può essere causata da un cattivo uso vocale o da un' alterazione organica delle strutture deputate alla fonazione; può essere presente sia negli adulti che nei bambini.

Si parla di disfonia quando la voce subisce delle grosse modificazioni rispetto ad una condizione di normalità: è presente un abbassamento della voce o una sensazione di affaticamento durante l'eloquio, le prestazioni vocali peggiorano la sera, la voce è rauca, tremula, instabile..

I più colpiti da questa patologia risultano essere i professionisti della voce ovvero quelle persone che utilizzano la voce per lavoro (insegnanti, centralinisti, avvocati, cantanti) proprio perchè il carico vocale giornaliero risulta estremamente significativo (> 6 ore al giorno). Il logopedista, dopo un' analisi strumentale e percettiva approfondita, potrà suggerire una presa in carico per migliorare la performance vocale del soggetto e effettuare counselling sulle principali norme di igiene vocale da osservare per prendersi cura della propria voce. Inoltre, in caso di sospetta patologia organica al tratto vocale, potrà suggerire un esame obiettivo del tratto vocale dal medico Foniatra.

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Disartria
Afasia

La disartria rappresenta un disturbo motorio del linguaggio e consiste nella difficoltà nel realizzare i movimenti necessari all' articolazione della parola; si presenta solitamente in seguito ad un danno cerebrale come ad esempio un ictus. In base alla localizzazione e a quanto è ampio il danno, la persona disartrica può presentare alcuni di questi sintomi:

  • Linguaggio farfugliato

  • Tono di voce abbassato, fino a bisbigliare

  • Linguaggio rallentato

  • Linguaggio accelerato, con scarsa comprensibilità

  • Movimenti ridotti di lingua, labbra e mandibola

  • Linguaggio scandito

  • Cambio di qualità del linguaggio (nasale, come fosse raffreddato)

  • Voce rauca

  • Respiro affannoso

  • Perdita di saliva dalla bocca

  • Difficoltà a masticare e deglutire

Il logopedista, in collaborazione con il Neurologo, è in grado di diagnosticare il tipo di disartria presente, analizzando la respirazione, l'emissione della voce, la muscolatura facciale, l'articolazione, l'intonazione della voce, i riflessi presenti e il grado di chiarezza dell'eloquio. In base ai risultati ottenuti sarà possibile determinare il grado di compromissione del linguaggio e ipotizzare gli obiettivi d' intervento. Nel caso in cui non sia possibile raggiungere un livello efficace di comunicazione, sarà cura del logopedista raccomandare dei metodi di comunicazione alternativa.

Il soggetto afasico presenta difficoltà a  comunicare ed esprimersi in modo chiaro e comprensibile, spesso, inoltre, non è in grado di capire perfettamente quanto gli viene detto. Viene da paragonare l'emergere di questa patologia ad un teletrasporto inconsapevole in Cina: improvvisamente le persone parlano ma il soggetto non capisce che cosa stiano dicendo, tenta di comunicare ma nessuno lo capisce.  Accade infatti che il soggetto afasico non riesca più a pronunciare alcuna parola, produca delle frasi senza senso  o  parli in modo poco attinente al contesto o con errori grammaticali. La comprensione linguistica è quasi sempre compromessa, mentre la capacità di copia e letto-scrittura può essere più o meno conservata. Nella maggior parte dei casi l'afasia emerge in seguito ad un ictus, un' emorragia cerebrale, un trauma cranico ( es. incidente stradale) o un tumore cerebrale; solitamente,  si presenta in associazione con altri distrurbi come l'emiplegia (paralisi di una metà del corpo, solitamente a destra), aprassia (impossibilità a pianificare movimenti volontari), emianopsia ( il soggetto non vede ciò che è posizionato alla sua destra), amnesia e alterazione del comportamento. Già a partire dalle prime settimane dopo l'evento è fondamentale intraprendere un ciclo di terapia logopedica, al fine di stimolare la competenza linguistica e comunicativa del soggetto; sarà inoltre compito del logopedista sostenere  e consigliare i familiari circa le modalità comunicative più corrette da tenere con il soggetto afasico. La tempestività dell'intervento è fondamentale: grazie alla plasticità cerebrale, infatti, i miglioramenti più consistenti si verificano entro il primo anno dalla comparsa del disturbo afasico.

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